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Beppe Fenoglio a gentleman writer

Aggiornamento: 25 lug

un giovane scrittore, anglofilo, fumatore di sigarette inglesi, appassionato di letteratura inglese e narratore della Resistenza e della vita nelle Langhe.



Beppe Fenoglio
Beppe Fenoglio

A me basterà il mio nome, le due date che solo contano, e la qualifica di scrittore e partigiano. Mi pare di aver fatto meglio questo che quello.


(B. Fenoglio)






La biografia di Beppe Fenoglio vive nelle storie che ha scritto per noi, sulla Resistenza e la vita della società rurale nelle Langhe.

Inizia a scrivere sin da ragazzo, con l'urgenza di fissare, creare una memoria storica del presente intorno a lui, condividere con i lettori dei suoi racconti la realtà di quella zona di Italia in cui viveva ed ha combattuto come partigiano.

Nel suo narrare trovano spazio i suoi amici, familiari, insegnanti e uomini-partigiani, ma anche la dura natura della terra che vive una vita parallela, non è dominata dall'uomo ma anzi a volte aumenta la tragicità degli eventi: le forti piogge, le nebbie che invece di nascondere rivelano e fanno prigionieri, e poi fango, e ancora fango e miseria.

Nei suoi racconti sono celebrati anche i sentimenti, le emozioni che stravolgono nel bene e nel male l'animo di chi le sta sperimentando.

Fenoglio nasce ad Alba il 01/03/1922, è il primo figlio di un uomo mite Amilcare Fenoglio e di una donna risoluta Margherita Faccenda detta Madama Milcare, poi arriveranno Walter e Marisa.




Margherita Faccenda e Amilcare Fenoglio
Margherita Faccenda e Amilcare Fenoglio

La famiglia di Beppe era proprietaria di una macelleria in pieno centro storico, una vita da inventare e costruire, i suoi genitori erano gran lavoratori e speravano in un futuro diverso per i loro figli, un riscatto sociale.

La cittadina di Alba, era un micro mondo, dove tutti si conoscevano ed ognuno aveva il proprio status sociale.

«Scrivo per un’infinità di ragioni. Per vocazione, anche per continuare un rapporto con un avvenimento e le convenzioni della vita hanno reso altrimenti impossibile, anche per giustificare i miei sedici anni di studi non coronati da laurea, anche per spirito agonistico, anche per restituirmi sensazioni passate; per un’infinità di ragioni, insomma. Non certo per divertimento. Ci faccio una fatica nera. La più facile delle mie pagine esce spensierata da una decina di penosi rifacimenti… Considero la letteratura come lo strumento migliore che io abbia per giustificarmi. Mi costa una fatica tremenda e gravi rinunce. Scrivo "with a deep distrust and a deeper faith"».

Lo scenario dei suoi racconti erano le Langhe, dichiarate nel 2014 insieme ai territori di Roero e Monferrato “patrimonio dell’umanità dell’Unesco”; la sua terra che non ha mai lasciato, dove ha sempre fatto ritorno dopo i suoi viaggi, tra la sua gente e le alture di rara bellezza.


Le langhe avvolte nella nebbia
Le langhe avvolte nella nebbia



A scuola si distingueva, tant'è che la sua insegnante delle medie Anna Maria Marechiaro convinse i genitori a farlo studiare e fu così che frequentò anche il liceo e li fece la conoscenza di Pietro Chiodi e Leonardo Cocito, che svolsero un ruolo importante nella sua crescita di individuo


Pietro Chiodi
Pietro Chiodi

Pietro Chiodi, prima di essere un partigiano, era stato insegnante di Fenoglio ad Alba, al liceo classico Giuseppe Govone, dove insegnò per 18 anni. è stato un filosofo esistenzialista, profondo conoscitore e traduttore di Heidegger e spiegava la filosofia in mondo semplice ed efficace.

Fenoglio a cui era molto legato, lo inserisce tra i personaggi che animano il racconto: Il partigiano Johnny, nel ruolo del Professor Monti, dove in un dialogo letterario verosimile sono riproposte le parole di Chiodi: «Vedi, l’angoscia è la categoria del possibile. (…) Da una parte l’angoscia, è vero, ti ributta sul tuo essere, e te ne viene amarezza, ma d’altra parte essa è il necessario “sprung”, cioè salto verso il futuro».


Pietro Chiodi fu onorato di essere citato nei suoi racconti, ed

Leonardo Cocito
Leonardo Cocito

Leonardo Cocito è stato il Professore per Fenoglio, quello che ti resta dentro e crea un terreno per costruire la tua identità. E' stato insegnante di Lettere di Fenoglio al Liceo e collega di Pietro Chiodi, entrambi partigiani.

Una mattina a scuola, Fenoglio era alle prese con un tema, lui che scriveva sempre, proprio per quella traccia imposta dal Regime del tempo, non riusciva a scrivere nulla, se ne stava li con le braccia conserte e il viso imbronciato. Cocito venne chiamato dal Preside per parlare con Fenoglio e trovare una soluzione ma senza risultato, quel giorno il foglio ciclostilato restò bianco.

Con l'acuirsi del conflitto e la guerra civile, Cocito entrò a far parte della Resistenza e morì impiccato per mano dei tedeschi nel 1944.


Il romanzo che tutti avrebbero voluto scrivere: Una questione privata


Il romanzo che tutti gli scrittori che hanno partecipato alla Resistenza avrebbero voluto scrivere, lo ha scritto lui: Beppe Fenoglio. Il titolo è Una questione privata.


E fu il più solitario di tutti che riuscì a fare il romanzo che tutti avevamo sognato, quando nessuno più se l’aspettava, Beppe Fenoglio, e arrivò a scriverlo e nemmeno a finirlo […]; e morì prima di vederlo pubblicato, nel pieno dei quarant’anni. Il libro che la nostra generazione voleva fare, adesso c’è, e il nostro lavoro ha un coronamento e un senso, e solo ora, grazie a Fenoglio, possiamo dire che una stagione è compiuta […].

La storia del libro è ambientata nelle Langhe, in Piemonte, durante gli ultimi anni della Seconda guerra mondiale. Fenoglio racconta la Resistenza attraverso la storia personale di un giovane partigiano di nome Milton, del suo amore per Fulvia che non è ricambiato, perché lei è attratta da Giorgio, loro amico comune. Come ha fatto Milton a non essersi accorto di questo? in mezzo ai suoi pensieri c'è la guerra...la pioggia, la terra, il fango e i sentimenti che sono parte della storia.

La vicenda dura quattro giorni, al termine dei quali Milton, in cerca della verità, viene sorpreso da un gruppo di soldati fascisti, da cui fugge per un tempo interminabile, senza aver scoperto nulla, ai bordi di un bosco che l’avrebbe tratto in salvo dalle pallottole nemiche. E' un libro che ti lascia con il fiato sospeso, le vicende della resistenza si intrecciano con la questione privata di Milton, Fulvia (personaggio assente) e Giorgio.


E' tutto cosi veloce, tutto in movimento, intorno a lui prosegue il turbinio che si è attivato nella sua mente. Fugge, scappa, ci ripensa, l'ambiente esterno è specchio del tormento interiore.

Marco Belpoliti definisce la scrittura di Fenoglio: nervosa, tesa, fumo di sigaretta. Milton è rappresentato come se la vita partigiana fosse in un tempo sospeso, di attesa che non ha tempo. Milton cerca Giorgio ma è un'assenza; è Fulvia il suo vero Fantasma, assenza in presenza. Giorgio è il rivale però lo vuole salvare, per sapere la verità.

Fenoglio crea un'incantesimo, organizza sequenze di gesti in grado di condensare la realtà, anche molto complessa, in una costellazione nitida e visibile. Un cristallo che riflette il mondo, vibra ad una velocità da poter attraversare il tempo e lo spazio senza perdere forza.

All'interno della questione privata, c'è spazio per una struggente storia della morte di due giovani partigiani: Bellini e Riccio, che verranno fucilati. I due ragazzi che hanno appena 14 anni, sentono sulle loro spalle l'ingiustizia di essere ammazzati.



Deep distrust and a deeper faith


Nei racconti di Fenoglio c'è un elemento tragico che viene raccontato e descritto come una telecronaca è la guerra civile in corso in Italia.

Nel racconto l'Imboscata, vengono trattati temi etici, attraverso il dialogo tra due personaggi Gilera ed Oscar, le domande vengono dalla lettura di Sartre, filosofo esistenzialista. La riflessione sulla morale è legata allo studio della filosofia di Fenoglio quando era studente di Pietro Chiodi.

Fenoglio, ogni tanto ricorda che si tratta di uomini e che le paure e i pensieri sono gli stessi.

I partigiani vengono rappresentati con un elemento di pietà, sono giovani e hanno l'ardore e l'irrequietezza.


Nella Paga del Sabato, incontriamo subito Ettore, il personaggio principale che battibecca con sua madre, le tematiche sono quelle di qualsiasi ragazzo ventenne: il lavoro, il fumo e il denaro. La differenza qui sta nel fatto che Ettore ha fatto la guerra, e adesso terminato tutto, non è più in grado di trovare una collocazione sociale.

Si percepisce una rabbia sociale accesa, sia con la descrizione del comportamento che la tensione nel linguaggio.

Fenoglio è molto cinematografico, il personaggio di Ettore è un Marlon Brando delle Langhe, che frequenta il bar di paese come fosse un saloon di un film western, la differenza è che qui si gioca a carte o con le bocce.

Fenoglio pratica una nuova forma di linguaggio: il fenglese, intreccio di italiano e inglese, una tecnica linguistica ben strutturata, presente in tutti i suoi scritti. Fenoglio, quando era in vita, raccontò a Calvino la creazione dei suoi racconti, inizialmente li abbozzava in inglese e poi li traduceva in italiano.


Fenoglio, fin dagli anni del ginnasio [...], si era immerso, come un pesce si immerge nell’acqua, nel mondo della letteratura inglese, nella vita, nel costume, nella lingua, particolarmente dell’Inghilterra elisabettiana e rivoluzionaria: viveva in questo mondo, fantasticamente ma fermamente rivissuto, per cercarvi la propria “formazione”.

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In questo libro sono raccolti i racconti che Fenoglio aveva pubblicato su alcune riviste ed altri che sono stati pubblicati dopo la sua precoce scomparsa.

Il fil rouge che lega questi racconti è la Resistenza e la povertà nelle Langhe. Tuttavia attraverso il raccontare delle scene di vita, traspare nelle sue parole il non detto, i significati celati ma che parlano più degli eventi narrati: i logorii mentali, la vita rurale nelle campagne della bassa.

Racconto: il Gorgo

dovetti buttarmi a una mezza corsa” lui infatti “mi staccava a solo camminare”.

Cosi narra il personaggio della storia, un bambino di appena 9 anni che riesce a scongiurare il suicidio di suo padre, a causa della disperazione per l'impotenza di agire. La storia rapisce il lettore sin dalle prime battute.


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Una raccolta di racconti sulla guerra civile combattuta nelle Langhe, sulle storie di vita nel Dopoguerra e la narrazione delle condizioni di vita nelle campagne.

La Malora:

"Avevo appena sotterrato mio padre e già andavo a ripigliare in tutto e per tutto la mia vita grama, neanche la morte di mio padre valeva a cambiarmi il destino."

La paga del sabato:

“Io non mi trovo in questa vita perché ho fatto la guerra. Ricordatene sempre che io ho fatto la guerra, e la guerra mi ha cambiato, mi ha rotto l’abitudine a questa vita qui. Io lo capivo fin d’allora che non mi sarei poi ritrovato in questa vita qui.”

Il partigiano Johhny:

Johnny sedeva e fumava al limite della pioggia. Fare il partigiano era tutto qui: sedere, per lo più su terra o pietra, fumare (ad averne), poi vedere uno o più fascisti, alzarsi senza spazzolarsi il dietro, e muovere a uccidere o essere uccisi, a infliggere o ricevere una tomba mezzostimata, mezzoamata.


 
 

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