Frida Kahlo: la nascita di un mito
- FRIDA MONTEFUSCO
- 25 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 15 giu
Il mito di Frida Kahlo prende vita dal 1953, è in quell’anno che nasce la “Fridomania”
Si inizia a creare una leggenda attorno alla sua biografia: artista tormentata, segnata dalla sofferenza e da cicatrici interne ed esterne. Il suo desiderio frustrato di essere madre e la morbosa relazione con un uomo, Diego Rivera, che era il suo opposto.

“Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego”.
Nel 1953, si tenne la prima mostra personale di Frida Kahlo a Città del Messico, il mondo dell’arte internazionale venne conquistato dal suo stile inconfondibile: le tele erano caratterizzate da colori accesi, immagini fantastiche mescolate a dolore e sofferenza e arti dilaniati, sangue, gessi ma anche animali esotici e oggetti tipici della cultura messicana. Fu proprio da li che tutto ebbe inizio, non c’è una spiegazione razionale, forse perché è cosi umana e allo stesso tempo mitica.
La sua figura ben presto ha superato le sue stesse opere e la straordinaria capacità pittorica. Frida si è trasformata nel tempo in una vera figura di culto, imitata e santificata. Oggi la sua popolarità supera quella di qualsiasi altro artista del passato: immortalata in poster, calendari e capi di abbigliamento. Frida è attuale e contemporanea in tutte le epoche, un mito intramontabile.
"per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza".
La leggenda di Frida, trova il suo terreno fertile nel mito romantico dell’artista ma anche nella figura della donna che lotta contro le avversità, la sua storia personale, le dona un’aura di eroina in cui le persone comuni si possono rivedere: la sofferenza fisica, la mancata maternità e i continui tradimenti del marito.
Il mito Frida Kahlo ha oltrepassato anche la notorietà di suo marito Diego Rivera che durante gli anni della loro attività artistica, era anche più famoso di lei perché è stato l’esponente di spicco dell’arte del Murales.

Diego Rivera è stato un precursore, di quella che è oggi la Street Art, negli anni della sua attività artistica dipingeva metri su metri di edifici nel centro storico di Città del Messico, ma anche negli Stati Uniti; le sue creazioni a sfondo sociopolitico creavano scandalo, come nel caso di “El Hombre in cruce de caminos” realizzato sulla parete del Rockefeller Center di New York.

Le opere di Frida in parte sono state ispirate non solo dalla tradizione messicana ma anche dall'arte precolombiana, una passione che condivideva con Diego; infatti nel museo di Frida Kahlo a Città del Messico: Casa Azul, sono presenti fotografie a testimonianza che erano circondati nel loro contesto quotidiano di questi oggetti.
Casa museo Azul

Il nome deriva dalle pareti blu cobalto dell'edificio, è una casa museo dedicato alla vita e alle opere di Frida Kahlo. Il museo sorge nel quartiere Colonia del Carmen di Coyoacán a Città del Messico. È la casa casa in cui è cresciuta, ha vissuto con suo marito Diego Rivera per diversi anni, ed è morta in una stanza al piano superiore. Nel 1957, Diego Rivera donò la casa al governo messicano perché venisse trasformata in un museo in suo onore.
Dopo la morte di Frida, Diego trascorse gli ultimi anni della sua vita a testimoniare il suo talento nella Storia dell'arte:
"Frida è la prima donna nella Storia dell'arte ad aver affrontato con assoluta e inesorabile schiettezza, si potrebbe dire in modo spietato ma nel contempo pacato, quei temi che riguardano esclusivamente le donne".
Frida e l'arte tutta al femminile
Specchio di se stessa, la pittura di Frida è quella delle apparizioni, delle ossessioni, delle sue paure e fragilità; questo uno tra i motivi per cui la sua arte è apprezzata da tutte le generazioni, e anche chi non si intende ti arte è in grado di entrare in dialogo con la tela.
Inoltre, la drammatica rappresentazione del dolore tutto al femminile, crea un legame simbiotico con le donne che si avvicinano alla sua arte. Frida riesce a dare visibilità al tormento interiore in modo semplice ed immediato.
I colori utilizzati: il rosso acceso, il blu e il verde intenso, attirano l'attenzione dello spettatore; mentre gli oggetti che animano il dipinto danno un senso di fiabesco, che permette la comprensione di contesti difficili in modo meno traumatico.

Tra i procedimenti di Frida per raccontare i temi che l'hanno ispirata, c'è quello di mettere a confronto la propria immagine sdoppiata per produrre una terza immagine.
Esaminiamo il dipinto, più famoso: Los dos Fridas

in questo dipinto Frida si mostra in tutta trasparenza nel suo momento di sofferenza, perché era in crisi con il marito Diego Rivera, vengono rappresentate due Frida: una Frida con abiti tradizionali messicani, che è quella amata da Diego, e l'altra Frida, con abiti europei è quella rifiutata da Diego. I cuori delle due donne sono collegati tra loro da una sola vena.
La parte europea di Frida rischia di morire dissanguata.
Il dipinto può essere interpretato anche come le due anime di Frida, in perenne conflitto con se stessa; la parte messicana destinata a prendere il sopravvento e quella dell'artista sedotta dalle mode europee, per questo rifiutata dal suo mondo originario.
Il dolore viene marcato dal cielo tempestoso che fa da sfondo alle due Frida, le figure appiano come se fossero incastonate nello sfondo.
Frida rifiuta in modo assoluto di essere catalogata, descritta da una sola parola o da un concetto. Nella maggior parte delle descrizioni storiche viene definita "surrealista" per via del suo stile pittorico incline alla rappresentazione delle visioni oniriche.
" Pensavano che io fossi surrealista, ma non lo ero. Non ho mai dipinto i sogni. Io ho sempre dipinto la mia realtà".
