Roberto Longhi e la riscoperta di Caravaggio
- FRIDA MONTEFUSCO
- 11 gen
- Tempo di lettura: 3 min
L’incontro tra un futuro storico dell’arte italiano del Novecento e un iconico artista dell’ultimo decennio del Cinquecento, una storia emozionante che merita di essere raccontata.

Fino ai primi anni del Novecento Caravaggio era considerato l’ultimo esponente del Rinascimento. Poi un giovane studente universitario Roberto Longhi, scelse come argomento della sua tesi di laurea in Storia dell’arte, proprio lui: Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.
Roberto Longhi aveva 21 anni, quando discusse la sua tesi il 28 dicembre del 1911. Caravaggio all'epoca era tra i meno noti pittori italiani.
Le loro vite si intrecciarono indissolubilmente. Dopo 300 anni, Roberto e Caravaggio intrapresero un percorso artistico insieme viaggiando nella luce e nel tempo.
Roberto scrisse il suo elaborato con dovizia e argomentando la sua tesi con saggi sui pittori seguaci di Caravaggio, per dare valore e luce al grande maestro della pittura moderna.
Dopo la tesi, prosegui gli studi di ricerca su Caravaggio e pubblicò numerosi saggi e monografie sui pittori seguaci di Caravaggio.
Longhi definisce Caravaggio, con una metafora molto bella, non il portiere di notte, l'ultimo pittore del Rinascimento ma il primo pittore dell'età moderna, per il suo ricominciamento della pittura, per il suo porsi di fronte al vero, alla verità delle cose. (Maria Cristina Bandera, Direttore scientifico Fondazione Roberto Longhi)
Caravaggio e i Caraveggeschi
L'incessante studio su Caravaggio ha il culmine con una mostra, che venne realizzata nel 1951 a Palazzo Reale di Milano, curata da Roberto Longhi ed intitolata “Caravaggio e i Caravaggeschi”.

Milano, 21 aprile 1951 viene inaugurata a Palazzo Reale la Mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi.
Nel giro di tre mesi più di quattrocentomila persone si mettono in fila per ammirare i loro dipinti. Un evento straordinario!
Roberto era riuscito nel suo scopo: fornire una chiave di lettura dell’artista che fino ad allora era inedita.
“un pittore che ha cercato di essere naturale e comprensibile, umano più che umanistico, in una parola: popolare! “(Roberto Longhi, 1951).
I Caravaggeschi erano pittori che si ispirarono a Caravaggio, seguendo il suo stile.
La loro arte è ispirata al realismo e con un'attenzione all'elemento naturale. Caravaggio lavorava in solitudine, quindi non ebbe allievi ma seguaci, attratti dal suo modo fare pittura. Lui era uno spirito libero.
In particolare, a Roma, vi erano Orazio e Artemisia Gentileschi (padre e figlia), che frequentavano Caravaggio e la loro pittura venne influenzata dalla sperimentazione sulla luce.
Orazio Gentileschi
Artemisia Gentileschi
Caravaggio: il pittore dell'arte moderna
La mostra ebbe un successo strepitoso ed inaspettato. Caravaggio era diventato il pittore dell’arte moderna.
Il realismo di Caravaggio infiammò anche il dibattito politico degli anni 50 e destò l’attenzione del cinema e dei registi del neorealismo come Rossellini e De Sica.
Roberto Longhi e il suo amico regista Umberto Barbaro, docente al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, diedero vita anche ad un documentario muto, in cui erano le opere di Caravaggio a parlare con la loro vivida realtà.
Caravaggio,è il pittore che ha inventato un nuovo modo di modellare i corpi attraverso l’utilizzo della luce.
Nel 1952, dopo il grande successo della mostra, Roberto Longhi pubblica il libro: Caravaggio, un testo critico con le immagini del documentario.
Roberto Longhi entusiasma Pasolini parlando di Caravaggio
Roberto, venne chiamato nelle Università a tenere lezioni su Caravaggio, e proprio ad una sua conferenza presso l’Università di Bologna, era presente anche Pasolini che rimase folgorato e rapito dalla figura di Caravaggio: per la sua vita tormentata e la capacità di rappresentare la drammaticità della vita reale in tutta la sua essenza umana.
Pasolini venne paragonato a Caravaggio per certe sfumature della sua vita ed anche per la tragica fine, che quasi per fatalità del destino, avvenne a pochi metri dal mare cosi come fu per Caravaggio.
c’è una cosa, su tutte, che unisce i due. La compassione per gli ultimi. Per i brutti, gli sporchi ed i cattivi.Pasolini e Caravaggio vivono fino in fondo il mondo che rappresentano. Il pittore perso nel sottobosco delle osterie del Seicento e lo scrittore perso nella Roma delle borgate. Li spinge qualcosa, una necessità, che arriva direttamente dall’anima e dal ventre. L’amore febbrile per la vita. La «strana gioia di vivere» ( Sandro Penna)
Fondazione Roberto Longhi
Roberto Longhi, sempre animato dalla passione per la scoperta e la divulgazione della conoscenza, insieme a sua moglie, la scrittrice Anna Banti diede vita alla Fondazione Roberto Longhi. L'intento era quello di supportare le giovani generazioni. La sede è ancora attiva a Villa “Il Tasso”, che fu la loro residenza quando erano in vita.
Se ti abbiamo incuriosito, puoi andare a visitarla, si trova qui:
Via Benedetto Fortini, 30, 50125 Firenze FI