Dignità in Marcia: Il Primo Maggio e l’Eredità del Quarto Stato
- CARLOTTA RUDELLI
- 1 mag
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Il 1° maggio, noto come Festa dei Lavoratori, rappresenta una giornata di celebrazione e riflessione sulle conquiste e le lotte del movimento operaio. La sua origine risale al 1886, quando negli Stati Uniti migliaia di lavoratori scesero in piazza per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore, culminando nei tragici eventi di Haymarket a Chicago.

In Italia, l’idea di celebrare questa giornata arrivò poco dopo, grazie all’influenza dei movimenti socialisti e anarchici europei. La prima celebrazione ufficiale del Primo Maggio italiano si tenne nel 1890, con manifestazioni in diverse città tra cui Torino, Milano, Bologna e Roma.
Già dal 1891 fu associata a scioperi e cortei che esprimevano le rivendicazioni della classe lavoratrice, tanto che nel 1925 il regime fascista tentò di sopprimere la festività, sostituendola con la "Festa del lavoro italiano" il 21 aprile.
Solo nel dopoguerra, nel 1947, la ricorrenza fu ufficialmente ristabilita come festa nazionale. In Italia, questa ricorrenza è indissolubilmente legata all'opera "Il Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo, un dipinto che ha saputo incarnare le aspirazioni e la dignità della classe lavoratrice.

Realizzato tra il 1898 e il 1901, "Il Quarto Stato" è considerato l'opera più significativa dell’artista piemontese. Il dipinto raffigura una marcia pacifica di lavoratori che avanzano con determinazione, guidati da tre figure in primo piano: due uomini e una donna con un bambino in braccio.
La donna, ispirata alla moglie dell'artista, simboleggia il ruolo fondamentale delle donne e delle famiglie nelle lotte sociali.

La scena è ambientata nella piazza Malaspina di Volpedo, paese natale dell'artista, e rappresenta un momento di protesta serena ma risoluta. Pellizza utilizzò la tecnica del divisionismo, caratterizzata da piccoli tocchi di colore che, osservati da lontano, creano un'immagine luminosa e vibrante. Questa scelta stilistica conferisce al dipinto una sensazione di movimento e vitalità, enfatizzando l'energia collettiva del gruppo di lavoratori.
Il titolo "Il Quarto Stato" richiama il concetto di una nuova classe sociale emergente, quella dei lavoratori, che si aggiunge ai tre stati tradizionali dell'Ancien Régime: clero, nobiltà e borghesia. Il dipinto non solo celebra la dignità del lavoro, ma sottolinea anche l'importanza della coesione e della solidarietà nella lotta per i diritti sociali.
Dopo la sua esposizione alla Quadriennale di Torino nel 1902, l'opera divenne un simbolo per le associazioni operaie e le Camere del lavoro. Nel 1920 fu acquistata dal Comune di Milano tramite una sottoscrizione pubblica è stata esposta al Museo del Novecento fino al 30 giugno 2022.
Adesso è visitabile al GAM (Galleria d'Arte Moderna di Milano).
La Festa dei Lavoratori e "Il Quarto Stato" sono due facce della stessa medaglia: entrambe rappresentano la lotta per la giustizia sociale, la dignità del lavoro e l'unità dei lavoratori.
Il dipinto di Pellizza da Volpedo continua a essere un potente richiamo visivo alla memoria storica delle conquiste operaie e un'ispirazione per le future generazioni nella continua ricerca di equità e diritti.
E ancora oggi, quando il sole del primo maggio si alza sul profilo delle città e delle campagne, è come se quelle figure silenziose e determinate del Quarto Stato continuassero a camminare tra noi. Camminano nei volti stanchi di chi lavora, nei sorrisi fieri di chi lotta per un diritto, nel passo lento ma deciso di chi non smette di credere in un domani più giusto. Perché finché ci sarà chi crede nel valore del lavoro, quella marcia non si fermerà mai.