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Giovanni Guareschi: scrittore del mondo piccolo

Aggiornamento: 12 apr


storia di un narratore appassionato dell'umanità della bassa, quel lembo di terra che si estende tra la provincia pavese in Lombardia e le valli di Comacchio in Emilia Romagna ed è attraversata dall'antica strada romana: via Emilia.


Cartina della via Emilia
Cartina della via Emilia

Giovanni Guareschi, detto Giovannino, per le generazioni del secolo scorso è noto per i film di Don Camillo e Peppone, per altri, soprattutto dai Millennial in poi è praticamente uno sconosciuto.

E pensare che all’estero è uno degli scrittori più letti e tradotti, solo in Italia è stato poco apprezzato, forse perché non era il classico intellettuale.

Per dare una consistenza numerica, da una ricerca condotta da Noemi Veneziani, ricercatrice, nel 2021 il libro di Guareschi è risultato il 2° libro più tradotto (59 traduzioni) dopo Pinocchio (260 traduzioni in tutto il mondo) e seguito dal Nome della rosa (51 traduzioni)!

Mondo Piccolo. Don Camillo di Giovannino Guareschi, è una raccolta di racconti che narrano le vicende della gente che abita nelle terre della Valle del Po.


«l’unico fiume rispettabile che esista in Italia: e i fiumi che si rispettano si sviluppano in pianura, perché l’acqua è roba fatta per rimanere in orizzontale, e soltanto quando è perfettamente orizzontale, l’acqua conserva tutta la sua naturale dignità.»

Giovanni nasce il 01 Maggio del 1908 a Fontanelle di Roccabianca, Parma, da Lina Maghenzani, maestra elementare e Primo Augusto Teodosio, rivenditore di macchine agricole.

La sua vita è influenzata dal contesto storico in cui cresce, il mondo piccolo della bassa, dove ci sono tanti tipi umani (come amava definire lui), è uno spaccato della normale vita comune.

In un paese come Fontanelle e in una regione come l’Emilia-Romagna ai primi anni del ventesimo secolo, il fatto che un bimbo sia nato il giorno della festa dei lavoratori non è una cosa che può passare inosservata.

Per un caso del destino o forse era già scritto nelle stelle, nello stabile dove nasce, vive anche un altro personaggio particolare: Giovanni Faraboli, che è il responsabile della cooperativa socialista, un uomo cosi descritto: “un omaccione alto e massiccio come una quercia”, che prende tra le sue braccia Giovannino, alzandolo al cielo, fuori dalla finestra, lo mostra alla folla che applaude l'arrivo di un nuovo campione socialista!

È proprio a lui che si ispira Guareschi per creare il personaggio di Peppone, tanto amato dal grande pubblico.





La sua famiglia attraversa profondi momenti di crisi economiche e tra alti e bassi cercano di sopravvivere; una situazione che accomuna tante altre famiglie in quel periodo.

Tuttavia Guareschi cerca di cavarsela sempre con il sorriso e la fantasia che non gli è mai mancata!

La Bassa Parmense è fonte di ispirazione, un luogo di miracolo che lo scrittore continua ad osservare con gli occhi di un fanciullo e da cui trarrà la materia dei suoi racconti.

Il padre sognava per lui un futuro da Ingegnere navale, non aveva fatto i conti con l’estro del suo figliolo che di scientificità aveva gran poco.


Giovanni Guareschi
Giovanni Guareschi

Era fortissimo nel disegno, infatti inizia proprio con le vignette umoristiche, che compone per i giornali dell'epoca.

Guareschi arriva al romanzo dopo una carriera straordinaria di umorista e caricaturista, cominciata nel 1929 su numeri unici e fogli della sua città: fra gli altri “La Voce di Parma” e il suo primo giornale umoristico, “Bazar”, a cui collabora fino al 1936. Poi diventa Direttore della rivista “Bertoldo”, che venne soppressa nel 1943.

In questo periodo la sua strada si incrocia con Italo Calvino, che anche lui era un eccellente vignettista e lavorarono insieme al Bertoldo tra il 1936 e il 1943.




Un’altra figura importante segnò la sua vita: ll futuro sceneggiatore Cesare Zavattini, la stessa persona che ebbe modo apprezzare e riconoscere il talento Antonio Ligabue.

Nato a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, il 20 settembre del 1902, Il suo primo lavoro fu quello di istitutore nel convitto nazionale Maria Luigia di Parma, dove fu insegnante di Giovannino Guareschi, e subito comprese il suo talento.

Nel 1934 si avvicinò al mondo del cinema come sceneggiatore e soggettista. Sono suoi i capolavori del cinema neorealista: Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948) e Umberto D (1952).

Cesare Zavattini
Cesare Zavattini

In onore di Antonio Ligabue, nel 1967 scrisse il poemetto: Tony Ligabue.

Zavattini guiderà Guareschi nel mondo della grafica dalla «La Voce di Parma» come correttore di bozze, un lavoro che gli darà tanta esperienza, e al «Bertoldo» dove Guareschi assumerà il ruolo del redattore- capo.


Con l'arrivo della guerra, Guareschi viene chiamato al fronte, e durante quel periodo

sapete come faceva a superare i momenti difficili? Leggeva, tantissimo.

I suoi libri preferiti: la Divina Commedia e I miserabili di Victor Hugo.


Ricordo perfettamente: sto leggendo La nuova terra di Knut Hamsun appoggiato a un palo del rifugio: «Arrivederci al Tivoli, salutò Irgens...» quando cade la bomba. Conservo quel libro e non lo finirò mai. Irgens, Milde, Norem e tutti gli altri personaggi non sono più dentro il libro: sono rimasti là, sepolti sotto le macerie della casa. A pagina 121 il libro è morto.”

Nel 1943 viene internato nel campo di concentramento in Polonia, perché contrario a collaborare con i nazisti in seguito all'armistizio dichiarato da Badoglio. A soli 35 anni si trova a vivere un inferno e per sopravvivere tiene un diario clandestino cercando di sollevare il morale e tenere desta la speranza; assieme a una specie di squadra di pronto soccorso psichica: scrittori, musicisti, professori universitari, preti, è capace di trasformare questo campo di concentramento in un campo di valutazione per le proprie capacità di dono, di creatività e di aiuto.

Quando rientra a casa, riprende a scrivere per una nuova rivista: Candido, dove inizia a raccontare le sue storie che diventeranno il Mondo piccolo, inizia scrivendo di Don Camillo, racconta gli strani e insieme bonari comportamenti di un prete di campagna nei confronti dei suoi parrocchiani. Don Camillo, prete di Ponteratto, poi è la volta di Peppone - Giovanni Farabegoli.

Il terzo protagonista è il Crocifisso parlante, la voce della coscienza è quello che poi mette d’accordo tutti, con pochi tratti di penna, ci mette davanti dei personaggi veri, che sono i protagonisti della storia, c’è sempre una porta aperta alla speranza, perché anche i personaggi terribili ricevono una lezione di vita, anche loro hanno la possibilità di redimersi.

Per la maggior parte degli studiosi della figura di Guareschi, lui è tutti e tre questi personaggi insieme, è considerato il cantore della dignità umana, anche perché nelle sue storie non giudica nessuno.

Aveva la capacità di raccontare grandi verità con delle parole molto semplici

Guareschi diceva sempre questo: dentro di noi c’è sempre un bambino, che ogni tanto bisogna lasciarlo andare a cercare dei pascoli per la fantasia.

Giovanni pedalava tantissimo, lungo le strade di Parma e d’intorni e proprio i giri in bicicletta, lo aiutavano a pensare, i personaggi prendevano vita nella sua mente e poi faceva dei piccoli ritratti e una volta alla scrivania scriveva in brevissimo tempo le sue storie.

Italo Calvino, nel saggio pubblicato postumo, Lezioni americane, inizia la lezione sulla visibilità, citando Dante: la fantasia è qualcosa che piove in testa, se ci pensate è proprio così per la maggior parte degli artisti!

Durante un'intervista, Guareschi ricordava con un velo di commozione, quando in occasione della drammatica alluvione del 1951 che devastò in modo importante le zone della bassa parmense e delle campagne intorno a Reggio Emilia, arrivarono dei pacchi indirizzati alla gente di Don Camillo e Peppone. Guareschi commentò cosi: " mi commuove cosi tanto che arrivo a pensare di non essere un cretino qualsiasi, ma un cretino importante."



Spunti per approfondire:

  • a Brescello (RE) è possibile visitare il Museo di Peppone e Don Camillo

    https://visitbrescello.it/museo-peppone-e-don-camillo/ , mentre nel piccolo paesino che è stato il set cinematografico dei film, c'è un percorso da seguire per vedere i luoghi dove sono state girate le scene.


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